La noia
Quando Tommi mi ha chiesto di tenere una rubrica per Martiri Nord ero la donna più felice del mondo. Un’opportunità del genere non capita tutti i giorni e chi vuole fare della scrittura il proprio lavoro lo sa bene. Sono quei treni che devi prendere al volo, senza ricontrollare sul tabellone se sei al binario giusto, senza fermarti per l’ultima sigaretta, senza nemmeno chiedere al controllore dove ti porterà. Lo prendi e basta. E diciamo che sono abbastanza brava in questo, nel prendere i treni al volo intendo; chiariamo, non perché io sia quel tipo di persona che si fa coraggio in qualsiasi situazione e che si butta a capofitto: i treni io li prendo al volo perché sono sempre, di continuo, perennemente in ritardo. Ecco, il fatto è che dopo la frenesia, dopo la velocità, l’ansia, l’eccitamento, il fervore, l’energia di salire sul treno, di non prederlo, subito dopo tutto questo c’è calma. Una calma straziante. Il silenzio. La quiete. Ti siedi e stai zitto. Il gesto più rivol...
