La mia amica è la mia anima gemella
Questa dinamica di rado fa specie: molti di noi infatti pensano che il bene per l’amica, per quanto grande, non potrà mai raggiungere l’amore che si prova (e si riceve) per il fidanzato. Ecco, non è vero. L’amicizia, la vera amicizia, è caratterizzata da un amore puro e interminabile, incomparabilmente grande rispetto a quello che si prova per il proprio partner proprio perché esso non sarà mai consumato (sessualmente parlando). E per questo, in un certo senso, in continuo divenire.
Mettere l’amicizia davanti all’amore è, per le donne, un atto rivoluzionario femminista.
Cresciute in famiglie in cui il papà il giovedì ha il calcetto mentre la mamma è sempre a casa (e lo aspetta per mangiare); in cui se qualcuno viene a cena sono gli amici di papà, non quelli di mamma; in cui per la donna al primo posto c’è lui, per l’uomo al primo posto c’è lei (sì, la mamma); e poi gli amici, poi il calcio e poi lei (stavolta per davvero). Tutto normale, cinquant’anni fa. Ecco, un po’ meno normale e sempre meno scontato nel 2025. Probabilmente è dovuto a un fattore evolutivo se oggi ancora molti vedono l’amore come un obiettivo da raggiungere, mentre l’amicizia come una sosta in cui rinfrescarsi durante il viaggio verso il matrimonio e la famiglia: è la mentalità tipica di chi vuole supportare la continuazione della specie. Insomma, con le amiche non ci fai un figlio, e in un mondo in cui questa era (per le donne) la massima aspirazione di vita, è possibile dedurre tutte le conseguenze. Ma la società è cambiata e con essa si sono evoluti anche i rapporti: oggi nella piramide gerarchica che posizione occupa l’amicizia?
Il rivendicare di continuo le proprie amiche, parlare di loro, le mie ragazze, postarle, esserne grati e riconoscenti è, per noi donne, una dichiarazione di intenti: sono le mie ragazze.
Ora sei arrivato tu, sei nuovo; sì mi piaci, ma devi metterti in fila, loro ci sono da più tempo. E non si tratta di una meritocrazia becera, quella per cui il tempo, cioè la quantità, vale più della qualità, anche perché è risaputo che nelle relazioni il tempo è sempre relativo: non è mai il quanto ma sempre il come. Si parla, invece, di riconoscenza e di rivendicazione: voler porre i propri limiti, ora che finalmente possiamo. Ed è rivoluzionario, sia perché non tutte ancora sono pronte a farlo (e infatti molte amiche dopo un fidanzamento spariscono), ma soprattutto perché gli uomini, alla vista di questo declassamento, rimangono quasi sempre sconvolti, e non di rado si incazzano.
Il fatto è che per noi donne il concetto di amicizia sta cambiando: una volta l’amica serviva per evadere dall’ambiente famigliare, dal marito e dai figli. Ora invece sembra che i ruoli si siano invertiti: vogliamo un uomo per soddisfare i nostri bisogni, soprattutto quelli sessuali, ma per parlare chiamiamo la nostra amica. Perché come mi capisce lei nessuno. E, purtroppo o per fortuna (a voi la scelta), è vero.
Non lo so spiegare: l'amicizia femminile dà pace, eppure è potente, potentissima; due donne, se veramente amiche, non si tradiranno mai, ve l'assicuro. In amore, invece, non ci metterei mai la mano sul fuoco.
Sviluppiamo un nuovo concetto di amicizia femminile e, perché no, anche maschile.
Qualcosa di simile l’aveva suggerito anche Charlotte York di Sex And The City: Maybe our girlfriends are our soulmates and guys are just people to have fun with. E se davvero le nostre amiche fossero le nostre anime gemelle e gli uomini solo dei ragazzi con cui divertirsi, con cui consumare quell’attrazione fisica che in un rapporto di amicizia manca? Se così fosse, le ambizioni e le aspettative di vita cambierebbero: non vivremmo più con il partner ma con lei, insieme faremmo viaggi e cene, sarebbe il nostro più uno alle cerimonie formali e ciascuna entrerebbe a far parte della famiglia dell’altra. Vi piacerebbe? A me, onestamente, moltissimo.
Filmografia
Sex And The City, ideata da Darren Star (1998-2004)
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