Perché non io?

Io, figlia di Carrie Bradshaw, non potevo far altro che chiedermi: perché non io? 

Volevo un motivo o più; non riuscivo ad accettare che non ce ne fosse neanche uno. Se non hai motivi per non amarmi allora dovresti farlo! Era logico, matematico, ma i sentimenti non funzionano così. 
Che poi conoscere il motivo non avrebbe cambiato nulla, non avrei modificato i miei atteggiamenti per riconquistarlo, semplicemente nella mia testa avrebbe avuto un senso. Non mi ami? Perché? Ok ho capito, magari hai ragione, o magari no. Ci vediamo”. Invece è stato più un: “Non mi ami? Perché? In che senso non lo sai? Ma sei sicuro di non amarmi? Pensaci dai…Ci hai pensato? Perché non io?”. Silenzio. 
Che mi avesse detto che non ero abbastanza bella, intelligente o simpatica (impossibile), che non rispecchiavo i requisiti della sua ragazza ideale, che ero troppo gelosa (secondo me no), che non piacevo ai suoi genitori, mai! E mi ha lasciata così, in balia dei dubbi che - pensavo - nessuno avrebbe mai messo a tacere. 

Fino a quando capisci anche che alla domanda “Perché non io?” non c’è una risposta e questo accade per lo stesso motivo per cui non c’è una risposta alla domanda “Perché io sì?”. Se mi chiedeste perché mi sono innamorata di lui, non saprei rispondere. Vabbè era bello, ma non il più bello. Ogni tanto mi faceva ridere, ma quella divertente ero io. Intelligente sì, al limite del noioso. E poi sempre con quel sorrisetto fastidioso, quel tono da saccente e lo sguardo di chi sa di piacere. Però ero innamorata, che stupida. 

Non è forse questo il vero amore? Provare un sentimento anche quando non hai più motivi per farlo.


La più grande contraddizione di sempre: perché al cuor non si comanda ma l’amore è una guerra. E allora come si fa a vincere? 


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